Hard! Inizio 91

I torinesi Negazione sono molto probabilmente la hard core band italiana più nota negli Stati Uniti. Non c'è nulla di cui stupirsi, infatti, se, passeggiando per una strada di New York, ci si imbatte in qualche trasher che sfoggia una Tshirt o un cappellino con il logo della band. L'ultima tournée americana dei Negazione poi è andata anche meglio di ogni rosea previsione.
Ne parliamo con il cantante Guido "Zazzo" Sassola....

Allora come sono andate le cose in USA?

'E' parecchio tempo che progettavamo un tour negli States, ma per una ragione o per l'altra non se n'è mai fatto nulla. La prima volta non siamo partiti perché io stavo facendo il servizio civile e non ho avuto i permessi per espatriare. La seconda volta, ai tempi del nostro secondo Lp, la casa discografica, che allora era l'etichetta tedesca SPV, non ha potuto pubblicare il vinile in America per problemi economici, di conseguenza, la tournée è saltata. Circa quattro anni fa abbiamo suonato con un gruppo canadese, i DOA, al centro sociale Leoncavailo di Milano. Li abbiamo incontrati nuovamente in occasione di un loro concerto qui a Torino e da allora siamo rimasti in contatto. L'estate scorsa, sapendo che per il loro tour in USA. non avevano ancora trovato un gruppo spalla, abbiamo parlato con il loro road manager e, dopo qualche trattativa, il progetto è andato in porto. Abbiamo fatto trenta date in due mesi lungo la east coat, il mid-west e il sud, alcune delle quali da soli, riempiendo dei buchi di tempo che si erano creati tra una data e l'altra del tour ufficiale. Il pubblico americano è splendido, molto attento a quello che fai anche se, in fondo, meno caldo di quello italiano. L'unico rimpianto che abbiamo è non essere potuti passare anche per la west coast. Sarebbe stato splendido poter suonare a Los Angeles".

Cosa mi dici del vostro nuovo album?

"Già il titolo è tutto un programma: 100%. E' un disco particolare, un passaggio tra l'aggressività dei primi tempi e un futuro più studiato e maturo. Questo disco rispecchia quello che siamo, ascoltandolo capisci il nostro modo di vedere la vita".

Cosa è cambiato da quando avete iniziato a suonare ad oggi?

"Siamo assieme dal 1983. Sono cambiate un casino di cose, dal nostro modo di suonare al nostro modo di vedere la realtà. Siamo maturati tanto e così la nostra musica, è cresciuta con noi. La line up ora è abbastanza stabile. Infatti, a parte qualche avvicendamento dietro ai tamburi, per il resto la band è rimasta pressoché immutata. Oltre a me ci sono Roberto "Tax" Farano alle chitarre e Marco Mathieu al basso, mentre da pochi mesi alla batteria c'è Jeff Pellino",

Non avete mai avuto problemi con vecchi fan che non hanno accettato la vostra "crescita"?

"Ci sono stati alcuni che ci hanno accusato di aver tradito la musica, di esserci commercializzati. Altri ci hanno chiesto di tornare a suonare come nei primi due o tre anni. Io penso che non avrebbe senso. Sono cambiate tante cose e quello che facciamo oggi va bene per la realtà che ci circonda".

Quali sono I vostri progetti futuri?

"C'è in programma la pubblicazione di un 45 giri tratto dall'album, il pezzo in questione è
Brucia di vita. Come b-side registreremo la stessa canzone che appare come bonus track sul Cd, è una cover stravoltissima di una song di Cat Stevens: I think I see the light. Così facendo daremo la possibilità anche a chi non possiede un lettore compact di avere tutte le nostre song. In cantiere c'è anche un video che dovrà essere pronto per la fine dell'anno, ma non ti posso anticipare di più perché è tutto ancora da decidere".