Mucchio Selvaggio 90

NEGAZIONE
Brucia di vita, apri gli occhi, guarda in alto,
stringi i denti. La morte è lontana...
(Negazione 1990)

Intro
«Eppure siamo ancora qui, soli in un abbraccio disperato ma lucidi nella nostra trasgressione, unici come mai, alla rincorsa di un sostegno, senza fine, pronti ad attaccarci al più piccolo frammento di speranza, alle parole, ai gesti, a tutto ciò che ci rimane e può farci continuare. Questa è la nostra musica, i nostri testi, la nostra vita. Questo siamo noi, perchè sappiamo che il giorno del sole non è lontano anche se siamo qui, legati».
Brevi, intense note di copertina di un disco del 1986, intitolato "Lo spirito continua", firmato dai Negazione, la più intelligente band di hardcore punk d'Italia.
Nati otto anni fa a Torino, ''figli'' dello stesso circuito politico ed ideativo dei Franti, i Negazione possiedono una statura sonora e concettuale unica ed elevatissima, in un panorama musicale piatto e rassicurante come quello nostrano.
Storia
1983: Guido ''Zazzo' Sassola (voce), Roberto "Tax" Farano (chitarra) e Marco Mathieu (basso) formano il gruppo.
1984: Esce Tutti pazzi, ep autoprodotto, oggi una piccola rarità.
1985: Ad Amsterdam registrano Condannati a morte nel vostro quieto vivere, secondo ep, sempre cantato in italiano. Nello stesso anno, realizzano per l'etichetta inglese C.O.R., un album a metà con i Declino. Nata originariamente come cassetta, il disco si intitola Mucchio Selvaggio
1986: Lo spirito continua è il primo 33 giri. Viene registrato in Olanda.
1987: Condannati a morte... viene ristampato dall'etichetta americana New Beginning.
1988: Secondo album. Appena uscito Little Dreamer vende 10 mila copie in Europa. Anche in questo caso le registrazioni sono effettuate in Olanda. Il disco si avvale della supervisione di Theo Van Eenbergen (che ha lavorato, tra l'altro, con Henry Rollins). I Negazione firmano per la label tedesca We Bite.
1989: Un 45 giri, Sempre in bilico, e un mini-lp Behind The Door ancora per la We Bite. Ristampa dei primi singoli e del Mucchio Selvaggio in un unico formato dal titolo Wild Bunch - The Early Days.
1990: Primo gruppo italiano ad essere invitato al New Music Seminar di New York. Tour americano di spalla ai canadesi D.O.A. conclusosi al CBGB's. Esce il terzo album, 100% (vedi MS 156) che in versione cd contiene, come bonus-track I Think I See The Light di Cat Stevens.

Chiacchiere

100% POSSIEDE UN'ENERGIA POSITIVA ASSOLUTAMENTE STRAORDINARIA. OLTRE CHE PER LA MATURITA TECNICA CHE CONTIENE, MI SEMBRA CHE QUESTO DISCO SI CONTRADDISTINGUA PER IL PASSAGGIO DAL NICHILISMO BECERO DEL PUNK AD UNA VISIONE PIÙ ATTIVA, FORTE E CORAGGIOSA DELLA REALTÀ.

Nonostante il nome che ci siamo scelti, abbiamo sempre tentato di esprimere concetti di speranza attraverso il nostro lavoro. Questo elemento, per così dire di "positività", si è ampliato nel corso degli anni. Oggi è più evidente che nel passato, sia nei testi che nei suoni che produciamo.

COSA HA PERMESSO A QUESTO INPUT DI MANIFESTARSI COSÌ A PIENO?

Niente di particolare. Si cresce e, in ogni caso, si cambia.

E LE EMOZIONI SI AMMORBIDISCONO?

No. Piuttosto la carica, che abbiamo sempre tentato di infilare nei solchi, ha peculiarità diverse a seconda del periodo in cui il disco è stato concepito. Il collante che unisce i primi 45 giri a questo album è, di base, sempre la stessa energia. Sono i risvolti ad essere differenti. Qualcuno non l'ha capito. Una parte del pubblico è rimasta legata alla velocità, all'irruenza dei primi Negazione.

QUESTA DIFFICOLTA A CRESCERE CON IL GRUPPO, A COMPRENDERNE L'EVOLUZIONE DA
PARTE DELLO 'ZOCCOLO DURO" PARE UN VIRUS TIPICO DELL'AMBIENTE ROCK...

Oh sì, penso proprio di sì. Si resta attaccati, quasi per un processo affettivo, alle prime proposte di una band. La gente si lega a certi schemi e, poi, fatica a capire le ragioni di un cambiamento.

COME SI VIVE A TORINO?

Non è facile. Credo, però, che la situazione sia simile in tutte le città d'Italia. In quest'ultimo periodo abbia suonato molto in giro, conosciuto persone e avuto la prova tangibile che ad essere invivibile è proprio questo Paese. Torino, poi, ha come elemento specifico l'immobilità delle persone. L'ambiente è chiuso a livello mentale.

VOI AVETE CONDIVISO CON GRUPPI COME I FRANTI L'ADESIONE AL MOVIMENTO ANARCHICO. VORREI CHE ME NE PARLASTE.

Più che aver condiviso, abbiamo direttamente partecipato a quell'esperienza. Circa sei anni fa esisteva a Torino un collettivo punk anarchico. Occupammo un cinema per rivendicare la necessità di avere un luogo fisico dove incontrarci. Poi, col passare del tempo, le nostre posizioni si sono diversificate da quelle degli altri compagni. Ci siamo un po' distaccati da quella attività che esisteva parallelamente al gruppo. Ad un certo punto era come un vicolo cieco. Ma non rinneghiamo nulla.

VI CHIEDEVO PRIMA DI TORINO PERCHÈ QUI A ROMA LA VOSTRA CITTÀ CI SEMBRAVA, UN PAIO D'ANNI FA, IL PAESE DELLA CUCCAGNA. ARRIVAVANO BEI LIBRETTI, CURATI DALL'ASSESSORATO AI GIOVANI DEL COMUNE TORINESE, CHE PROPAGANDAVANO LA SCENA MUSICALE. E SEMBRAVA CHE LÌ DA VOI TUTTO FUNZIONASSE. SALE GRATUITE PER I GRUPPI E L'IMPEGNO DELL'AMMINISTRAZIONE PER MIGLIORARE LA CONDIZIONE GIOVANILE..

In realtà le cose non sono mai andate in questo modo. L'Amministrazione non ha mai voluto capire che il motivo che spingeva tanti ragazzi a suonare era un bisogno di spazi. E questo bisogno resta tutt'ora. Lo scontro col Comune "modello" c'è stato attraverso concerti autogestiti ed altre iniziative. Torino, come veniva presentata in quei "romanzetti", non è mai esistita. Oggi, non a caso, il settore musicale è in mano ai privati.

RITORNIAMO ALLA VOSTRA ESPERIENZA POLITICA.

È stato un momento fondamentale nella nostra crescita. Abbiamo operato delle scelte. Non abbiamo la pretesa di pensare di essere oggi nel giusto. Si tratta di un altro momento e adesso sentiamo di dover fare le cose in questo modo. Ora l'esigenza è quella di politicizzare il tutto in termini astratti, di esprimerci in musica, insomma. Ciò che proponiamo non è necessariamente riconducibile ad un movimento, ma siamo convinti che il nostro lavoro "artistico'' possa ugualmente smuovere qualcosa nella testa della gente.

LA QUESTIONE DEI CENTRI SOCIALI, COME REALTÀ ANTAGONISTA ALLE FORME CULTURALI PROPAGANDATE DAL REGIME, È PIUTTOSTO CONTROVERSA SOPRATTUTTO PER CHI L'HA VISSUTA IN PRIMA PERSONA. QUAL È LA VOSTRA OPINIONE?

Ci fa piacere che esistano. Noi come persone e come gruppo però, non siamo intenzionati ad assumere in blocco queste situazioni. Non ci appartengono più. I Negazione hanno deciso di seguire altri percorsi.
Quando un Centro Sociale decide, per mille motivi diversi, di trasformarsi in un ghetto, ecco che il desiderio di esprimersi, di conoscere viene a cadere. Noi abbiamo scelto di esprimerci. Ora non è che le cose vadano così dappertutto. A Pisa e a Bologna, ad esempio, la realtà dei Centri è del tutto positiva perché non reprime dentro un'idea, dentro delle regole un qualcosa che era nato (e deve continuare ad esistere) come la perfetta esclusione di regole.

SI POSSONO FARE RIVOLUZIONI CON LE CANZONI?

Boh. Forse si possono rivoluzionare i sentimenti e quindi le idee di chi ti ascolta. Sono le emozioni, quelle vere, comunque ad avere la priorità. Pensiamo che questa sia la base da cui partire e tentiamo di portare sul palco o in sala d'incisione quello che siamo dentro.

COS'È PER VOI IL PUNK? COSA RAPPRESENTA OGGI?

Era, ed è, un'attitudine mentale, un modo di porsi rispetto alla vita che può comprendere infinite possibilità di espressione. Ognuno deve essere libero di intendere il punk alla propria maniera.

ADESSO COSA SUCCEDERA AI NEGAZIONE? AVETE RIFLETTUTO SUL FATTO CHE CON QUESTO DISCO "RISCHIATE" DI DIVENTARE FAMOSI..?

Non abbiamo voglia di accettare compromessi. Sono anni che ci facciamo il culo, che fatichiamo. E siamo forti perché dentro di noi c'è la dignità testarda di chi ha coscienza del proprio lavoro. Se riusciremo a sopravvivere con questo, buon per noi. Di svenderci al miglior offerente, però, proprio non se ne parla perché esistono cose molto più importanti della gloria e dei soldi. Ringraziando Dio...

MI ASPETTAVO SU 100% UN PEZZO SULLA DROGA. VISTO CHE NON C'È, VORREI CONOSCERE LA VOSTRA POSIZIONE SULLA QUESTIONE.

Uno, di base, pensa che sia tutta merda. Poi, ti muore un amico e allora ti scopri a ragionare in modo diverso e fa male sul serio, perchè la roba si è portata via una parte di te, qualcuno che conoscevi. L'inossidabilità d'opinioni, in questi casi, non può valere. Dell'eroina non si parla mai sul serio. Ogni volta che qualcuno ci lascia le penne si fanno gran discorsi che, invece, sono tutte stronzate. Concettualmente siamo assolutamente intransigenti rispetto a queste storie. Ma che fare? La cultura musicale degli anni '60 e '70 ci ha inculcato il mito del musicista mistico e sconvolto. Troppo facile così. Troppo facile vendere milioni di dischi, magari cambiarsi il sangue ad ogni stagione e poi infilare nella mente di chi ti ascolta il concetto che farsi le pere è una figata. Non bisogna essere dei moralisti per dire certe cose, basta guardare in faccia la realtà. E duro uscirne fuori e cambiare, ma bisogna provarci. Almeno provarci.

AVETE FIGLI?

Oddio, ma che ti viene in mente di chiederci?

(Daniela Amenta)