Metal Shock Ottobre 91

Negazione Lo Spirito Continua
Nella vita di tutti i giorni, arrivare al successo percorrendo una propria personalissima strada sgombra di compromessi può essere l'aspirazione di tanti ma è la realtà di pochi. I Negazione sono fra quest'ultimi, fra coloro che sono riusciti as emergere nel proprio campo senza arrendersi o desistere e, nel caso specifico, sono diventati una realtà della musica italiana al pari di gruppi più "esposti" come Litfiba, Stadio e Tazenda.
Di Tiziano Bergonzi


Non c'è bisogno di fare alcuna scheda di presentazione. I Negazione sono attualmente uno dei capisaldi più solidi della scena rock italiana. L'ultimo loro trentatré uscito lo scorso anno, "100%", grazie al suo valore ha consolidato una posizione internazionale che la band, nel corso degli anni, ha costruito grazie ad una serie di demo, sette pollici, dodici pollici ed albums di grande importanza, tra i quali "Lo Spirito Continua" e "Little Dreamer", quest'ultimo grimaldello che ha permesso di scassinare la porta del mercato discografico europeo. Il nome dei Negazione, quest'anno, è stato sinonimo anche di "Monsters Of Rock" e i quattro ragazzi torinesi, Guido "Zazzo" Sassola alla voce, Roberto "Tax" Farano alla chitarra, Marco Mathieu al basso ed il nuovo batterista Massimino Ferrusi che ha preso il posto del defezionario Jeff Pellino (ma allora è vero che il posto del drummer nelle file dei Negazione è scomodo!) hanno onorato la manifestazione con un'interpretazione furibonda che ha fatto passare attraverso i corpi dei quarantamila presenti nell'Arena modenese delle devastanti scariche elettriche. Ancora scossi (sia noi che loro del gruppo) da un così turbinoso act, non abbiamo potuto esimerci dall'ascoltare a caldo il racconto di un'esperienza che, per la maggior parte delle formazioni non solo italiane, rimarrà solo una chimera. Il nostro interlocutore nel backstage del concerto modenese, è il bassista e la mente del combo piemontese, si chiama, lo sapete, Marco Mathieu la cui fede granata (forza Toro!!!) ha innervato tutta l'intervista.

Marco, iniziamo dalla fine e parliamo della vostra performance al Monsters Of Rock. Ho visto molti dei quarantamila presenti agitare le braccia a tutta forza ad ogni vostra canzone!

"E' incredibile eh? In precedenza non ci era mai capitato di trovarci in una situazione del genere, davanti a così tanta gente. E' stato grande, è stato dannatamente bello!!! Oggi quì ci stavamo bene, il posto che occupavamo l'abbiamo sicuramente meritato ed il pubblico ce ne ha dato prova tangibile. Quello che abbiamo ottenuto è molto importante per un gruppo come il nostro, da sempre indipendente."

La classica domanda da fare in un'occasione come questa è: vi sentite approdati ad un punto di arrivo o tutto ciò rappresenta un punto di lancio verso il futuro?

"No, nessun 'approdo'. Il Monsters è semplicemente una tappa nel percorso di un gruppo. Detto questo va subito aggiunto che c'è anche l'ovvia soddisfazione per essere arrivati ad averne l'opportunità e questo è umano. E' stata una situazione eccezionale che, comunque, abbiamo affrontato come un qualsiasi altro nostro concerto visto che davanti a cinquanta o a cinquantamila persone ci mettiamo sempre tutto il nostro impegno. L'importante è saper far uscire tutta la carica che si ha dentro. Anche oggi abbiamo suonato bene. Una situazione come questa è simile a quando una squadra di calcio piccola deve affrontare un'importantissima trasferta in uno stadio da centomila posti e fa un figurone (fa un riferimento ironico alla disavventura dell'Inter con il Foggia alla prima giornata del campionato di calcio, nda). A livello di energia abbiamo buttato dentro tutto quello che avevamo e i risultati mi sembra che si siano visti."

Come esperienza live, quanto vi hanno insegnato le trenta date di spalla ai canadesi D.O.A., su e giù per gli Stati Uniti?

"Molto, veramente molto, anche se non è stato un tour megagalattico. Niente grosse produzioni ma la dura vita del circuito dei clubs americani. In un posto come gli States, si impara molto a livello di sopravvivenza. Non è per niente il paradiso come molti artisti credono; al contrario è tutto molto difficile e devi sempre confrontarti con il business. Allo stesso tempo ogni tour, ogni concerto è una storia diversa, è un pezzo di vita in più che si dona e contemporaneamente si
riceve."

Certo che trovarsi all'inizio di una bill come quella del Monsters che ha richiamato fans di Metallica, AC/DC e Queensryche, campioni di generi diversi tra loro, anche se facenti parte del medesimo schieramento, ed essere riusciti a mettere tutti d'accordo deve essere sicuramente un punto di orgoglio!

"Sicuramente, anche se sto già pensando al futuro. Ad esempio mi piacerebbe affrontare un pubblico ancora più vario, al di fuori di cataloghi ed etichette che, tra l'altro, non fanno bene alla musica."

Avete ormai una grossa esperienza discografica alle spalle...

"Anche se con budgets sempre limitatissimi! Rimanendo per nostra scelta nel circuito indipendente, abbiamo dovuto imparare ad incidere in poco tempo ed in economia."

Non penso che passare poco tempo in sala di registrazione sia un grosso handicap per voi, in quanto avete fatto dell'immediatezza uno dei vostri punti di forza!

"Sì, può darsi, ma se avessimo un po' più di tempo a disposizione, senza doverlo limitare per necessità, potremmo offrire un prodotto più curato pur senza lavorare sopra all'incisione, cioè non aggiungendo cose che non ci sono. Quello che c'interessa è 'trasportare' le nostre sensazioni su disco nel miglior modo possibile, è importante che ciò avvenga."

Parlami della tua realtà, cioè di quella che fuoriesce dai testi dei Negazione, dei quali tu sei l'autore principale...

"Vivo questo mondo, lo vivo intensamente per cui, quando mi siedo a tavolino, scrivo di cose che vedo e di quello che ho vissuto, spesso riferito alle mie impressioni particolari osservando un contesto generale."

Molte formazioni dell'area torinese reclamano una quasi totale mancanza di strutture per suonare dal vivo...

"No, non è il nostro caso perché non abbiamo mai avuto problemi nella nostra città, sia di spazio che di pubblico. Più che altro siamo coinvolti nelle problematiche più generali di Torino... Ci sono decine di migliaia di immigrati senza casa, ci sono un numero spaventoso di tossicodipendenti. Mi sembra che, al confronto, il problema degli spazi dove suonare è veramente minore tanto più che, anche se magari i locali sono pochi, i concerti organizzati nella zona sono numerosi."

Lo scorso anno siete stati eletti dai lettori di Metal Shock, da quelli di Flash e da quelli della concorrenza, come band dell'anno e, oltretutto, sembrate avviati a ripetervi, visti i clamorosi presupposti. Vi 'galvanizza' tutto ciò?

"Beh, innanzitutto ho finalmente l'occasione di ringraziare, a nome dei Negazione, tutti coloro che ci hanno votati i quali, oltre ad essere fantastici. hanno capito il nostro spirito. Il successo che abbiamo raggiunto alla nostra maniera è diventato una parte di noi e, inoltre, la consapevolezza di creare qualcosa di positivo ci spingerà sempre a dare di più."

Con questo ringraziamento agli appassionati, lasciamo Marco al meritato riposo da dopo-concerto. A noi non resta che apprezzare ancor di più l'operato di questi ragazzi ed aspettare speranzosi le tappe di una irresistibile ascesa a livello mondiale.

Marco Mathieu è il fondatore e la mente dei Negazione. La band torinese è attiva su vinile sin dal 1984 quando venne pubblicato l'Ep Tutti Pazzi, mentre il primo vero Lp è il viscerale "Lo Spirito Continua, uscito nel 1986, opera fondamentale nell'hardcore italiano.